venerdì 26 agosto 2011

Scie Chimiche – Riflessioni personali


Scie Chimiche – Riflessioni personali

1)      Non c’è bisogno che siano chimiche.

Chi si preoccupa per le scie chimiche non è pazzo, o stupido o quant’altro. Non si può dire nemmeno che sia ignorante (nel senso… che ignora). E’ una reazione quanto mai naturale. Leggono o sentono qualcosa su internet relativamente al fatto che le scie degli aerei non sono naturali ma potrebbero essere irrorazioni chimiche, e poi guardano in alto, magari un giorno con condizioni ottime per la formazione, e vedono scie di aereo, ed è lecito porsi interrogativi.

Quel che non è lecito è l’estremizzazione. Le scie di condensa esistono, ed il fenomeno non è stato ancora studiato a dovere come impatto climatico, come ammette la nasa nelle sue FAQ [1]

Q: Do contrails drastically affect weather patterns?
A: Originally scientists believed that the contrails behaved like cirrus clouds to actually make the climate warmer. However, there have been studies conducted that have scientists rethinking their earlier ideas about contrails. This is one of the major questions that has to be researched at NASA and one of the reasons we are putting so much emphasis on contrails. When air traffic over the US was halted after the 9-11 incident, scientists got a rare look at the skies with only a few military jets flying. They were able to analyze the effects of some of these contrails and realized that their earlier notions about contrails' effects were not totally accurate. “

Principalmente, il tutto deriva dal fatto che le contrails comunque costituiscono una copertura del cielo, e se persistenti, modificano la quantità di luce solare che giunge a terra. Inoltre lo scarico di un aereo, oltre a generare la condensa, emette comunque in parte sostanze inquinanti [2].

Tutto questo per dire che non c’è assolutamente bisogno di sospettare irrorazioni clandestine, per essere legittimamente preoccupati per le scie rilasciate dagli aerei. A mio parere del tutto personale, aggiungo che l’idea di un complotto dietro a questo fenomeno, non aiuta a portare alla sua risoluzione. L’idea è che ci si stia fossilizzando su una versione dei fatti assolutamente non comprovata senza la necessità che questa stessa esista.

2) Ma si parla di teoria o di religione?

Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile[2] e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenze empiriche e misurabili attraverso l'osservazione e l'esperimento; dall'altra, nella formulazione di ipotesie teorie più generali, spesso sotto forma di leggi universali, da sottoporre al vaglio dell'esperimento per testarne l'efficacia.” [3]

Ebbene sì, la definizione del metodo scientifico l’ho presa da wikipedia. Non che questa sia necessariamente una definizione corretta (vedere la voce stessa), ma rende l’idea.

Io ho un sospetto. Trovo prove indiziarie, le mostro. Mi danno spiegazioni, cerco conferme. Cerco altre prove e via andare col processo che continua nella ricerca di una qualunque evidenza del sospetto. Se dopo molto tempo, ogni singola volta in cui ho presentato delle prove, fatto anche ricerche e cercato riscontri personali, non ho mai trovato una vera conferma del mio sospetto, prima o poi mi devo rassegnare ed abbandonare quel sospetto.

Invece leggendo le discussioni sulle scie chimiche che trovano respiro nei blog e nei social network, sono rimasto basito da alcune caratteristiche delle discussioni che ricordano punto per punto la religione. Non voglio criticare le religioni, anzi ho sempre apprezzato chi crede in qualcosa (specie se questo qualcosa è impostato per mandare messaggi positivi), ma non possiamo portare avanti una denuncia reale e comprovarla con motivi di fede. Cose di questo genere ricordano molto l’inquisizione.

Nello specifico, il metodo scientifico attesta qualcosa, e cerca di dimostrare che esiste quanto attestato. Il panorama sciachimista estremista si impunta sul fatto che non si possa dimostrare la non esistenza delle scie. Ma il semplice fatto che non si possa dimostrare la non esistenza di qualcosa non è mandatorio sulla sua esistenza, per definizione propria del metodo scientifico.

« Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. »
(Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)

Ho cercato e cercato su un sacco di siti, forum e blog, realitivi alle scie. Ho trovato tanti “si vede”, “da questo filmato è inequivocabile”, “non leggete nulla di ciò: sono DISINFORMATORI” e via discorrendo. Ma la famosa “prova” inequivocabile, non esiste.

E’ lecito preoccuparsi del fatto che le scie aumentino la copertura del cielo, non ne discuto, ma cos’ha in comune con “irrorazioni illegali di nano macchine, controllo climatico ed altre amenità” tutto ciò?

Oltretutto, a differenza di altri tipi di complotto, la famosa “prova” è a portata di mano. Le scie non sono su un altro pianeta, e soprattutto sono tranquillamente misurabili. E quando intendo misurabili, intendo direttamente. Tutte le analisi portate avanti da chi sostiene la teoria del complotto sono analisi al terreno, o altro. Ma non è una novità che l’inquinamento sia elevato e preoccupante. Ma questo come si fa a collegarlo direttamente alle irrorazioni presunte degli aerei? Basterebbe analizzare le scie.

3) Analisi delle scie.

Da tutto qui sopra, nasce l’idea di tentare di fare un’analisi statistica delle scie rilasciate dagli aerei con tanto di spettrofotometria. Ammetto che sono prevenuto all’inizio della mia ricerca, ovvero che io presumo che i risultati che otterrò probabilmente mostreranno normali scie di condensa. Pertanto mi piacerebbe moltissimo avere con me testimoni della controparte, badate bene, non per rendere più feroce una mia vittoria, ma per riuscire ad avere risultati riconosciuti da entrambe le fazioni, sostenitori e non della tesi del complotto. Sarà mia cura lasciar ispezionare tutta la mia attrezzatura, mettere in discussione i mezzi per effettuare analisi, e tutto il risultato della ricerca sarà messo a disposizione on-line per una consultazione da parte di chiunque. Così come una copia dei dati appena raccolti senza possibilità di manomissione, sarà concessa a chiunque sarà con me, specialmente le spettrometrie verrano copiate direttamente dalla Memory Card della macchina fotografica.

Sperando di ottenere riscontri positivi, questo è l’unico post relativo a questa ricerca in cui mostro i miei preconcetti e non parlo esclusivamente dei dati.

Al termine dei riscontri, se su un campione di scie indicativo (diciamo almeno 1000 rilevamenti) avrò trovato una sola scia indiscutibilmente anomala, porrò il caso per una verifica. Se ne troverò una decina, ammetterò il fenomeno, se saranno molte di più ammetterò il complotto. Se non ce ne saranno, però, spero che qualcuno si ravveda, anche se temo di raccogliere solo commenti del tipo che sono un venduto ed un disinformatore.


[2] come inquinamento ci sarebbe da fare qualche distinguo in proposito, dato che pur essendo vero che un aereo inquina come qualche centinaio di auto, è vero anche che lo fa a parità di chilometri, per minor tempo. Inoltre c’è da considerare la quantità di persone trasportate. Non ho attualmente dati in mano per fare un confronto oggettivo.

[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_scientifico

martedì 23 agosto 2011

Riflessioni Preliminari. Quanto costa la raccolta dati.


Riflessioni preliminari
Quanto costa la raccolta dati.

Nella mie ipotesi iniziali di ricerca, per la realizzazione di un campione statistico delle contrails, sto cercando di radunare un’attrezzatura adatta alla raccolta più ampia possibile di dati significativi. Nel mio intento iniziale, ho progettato, per ogni scia, la raccolta dei seguenti dati (considerando sempre il migliore dei casi possibili).

Indice campione (nomenclatura arbitraria)
Aereo generante – Dati generici (se disponibili)
Condizione visiva scia ed orario generazione
Informazioni sulla durata
Composizione chimica scia
Informazioni termiche

Nello stilare un elenco dell’attrezzatura necessaria mi sono imbattuto in un’obiezione mossa all’interno del forum sciechimighe.org relativamente al metodo della stima della quota, basata sulle dimensioni angolari del mezzo osservato dell’utente Uzmo, di cui riporto un estratto.

“Appunto, per fare ciò ci 
si basa sulle ipotetiche dimensioni dell'aereo, quindi..... 

Ma siamo 
seri, non crederete mica che questi non si possano permettere di 
costruire una flotta di miniaerei o quello che sono, per spandere le 
loro porcherie. “

Al di là della mia opinione personale, circa la fattibilità del costruire un aereo a dimensioni ridotte 1:2 o addirittura 1:4 come suggerito in alcuni post successivi in quel thread, l’obiezione comunque mette in luce un punto fondamentale, ovvero la necessità di ricercare una metodologia, la cui non validità, sia indipendente da dati ipotetici, ma sia imputabile solo ad una manomissione.

Inizialmente ho richiesto preventivi per strumenti come uno spettofotometro con attacco per telescopio, un telemetro in grado di misurare distanze compatibili cone le quote dell’aereo (10.000m) e termo camera.

I primi preventivi mi hanno abbattuto. Spettrofotometro 3000/4000 €, Termo camera 2000 €, e telemetro 25.000 €
Sebbene io sia particolarmente coinvolto e deciso in questa ricerca, il costo di queste attrezzature rende proibitivo seguire queste strade. Per cui ho deciso di trovare metodi alternativi a quelli sopracitati.

1) Lo spettrofotometro

Sto reperendo in giro svariati progetti per costruire uno spettrofotometro home-made. Ce ne sono svariati, qualcuno utilizza anche web-cam come rilevatori. Il prisma che opera la diffrazione, grazie al cielo, ha un costo che va dai 6 ai 20 euro, ed il resto dei materiali non è eccessivamente oneroso. Vista la disponibilità nel reperire macchine fotografiche EOS con validi sensori CMOS, la scelta ricade su una di quelle macchine per l’acquisizione dello spettro.

Particolare importanza rivestirà la taratura partendo da elementi noti, poiché questa è quella che fornirà valenza ai valori misurati.

2) Il telemetro.

Non avendo trovato modelli con elevata portata, ad un costo “umano”, e non volendomi affidare al metodo della stima ottica (al quale io mi affiderei, ma per maggior forza dei dati, accantonato) sto sviluppando un sistema di triangolazione. L’idea è quella di usare due telescopi (e quindi almeno due operatori) distanziati, la cui posizione sarà nota. Entrambi i telescopi punteranno il mezzo, e lo scatto delle due foto avverrà in contemporanea, comandate entrambe da un impulso radio, nel tentativo di fare una misura contemporanea. Le foto avranno puro valore documentativo, mentre invece All’atto dello scatto, il sistema registrerà le angolazioni di entrambe le montature e triangolerà la posizione del mezzo osservato.

Inutile dire che i test iniziali sulla bontà del sistema, lo sviluppo dell’apparecchiatura d’interfaccia e soprattutto la scrittura di una procedura di taratura “in situ” che tenterà di ridurre il più possibile gli errori strumentali, faranno la differenza

3) Termo camera

Ammetto che per la termo camera, non ho idee al riguardo, anche se sarebbe stato un dato molto interessante. C’è la possibilità di convertire una fotocamera in una fotocamera agli infrarossi, rimuovendo il filtro anti-ir sopra al sensore CMOS e mettendo un filtro passa-IR sull’obiettivo, ma questo purtroppo non da’ al sensore tutta la sensibilità di cui avrebbe bisogno, per una misura corretta. Per questo si accettano suggerimenti

Questo lo stato del lavoro preliminare. (un po' noiosetto lo so, ma serve anche questo) 

sabato 20 agosto 2011

Riflessioni preliminari sulle osservazioni di aerei. Il cosiddetto metodo ad occhio


Riflessioni preliminari sulle osservazioni di aerei.
Il cosiddetto metodo ad occhio

Ho spesso sentito parlare di un metodo “ad occhio” per stimare la distanza di un aereo in quota dall’osservatore. Sebbene nessun metodo di questo tipo possa avere alcun valore di affidabilità, esistono comunque dei riferimenti e degli accorgimenti per farsi almeno un’idea di che cosa si stia parlando. Non sono uno scienziato né un lauerato (ho interrotto gli studi di Informatica alla fine del scondo anno presso l’Alma Mater Studiorium per via dell’arrivo della mia prima figlia :D ) ma uso tuttora la trigonometria che ho studiato al Liceo e in quei due anni di università ed ho deciso di applicare quella.

Il concetto è semplice. Spesso e volentieri non si verificano i più semplici preconcetti [1] riguardo ad una tematica e quindi ci si fa in testa un’idea falsata degli argomenti di cui si parla

La prima cosa da tenere in considerazione è il tentativo di ridurre il più possibile gli errori di osservazione. In questo caso si cerca di fare la stima di un aeromobile quando questo è il più possibile sulla verticale, così sarà il più vicino possibile e la distanza sarà pressapoco la sua altezza (e non la sua quota... la quota è rispetto al livello del mare. Ma sapendo la sua altezza da noi, e sapendo noi a che quota siamo, sommando le due si ottiene la stima della quota)

Di ogni oggetto possiamo avere un’idea di quale sia l’angolo che occupa nel nostro campo visivo.

La formula è semplice. Se mettiamo il punto di osservazione  in 0,0 e ci giriamo verso un punto centrale dell’oggetto osservato (nel caso di un aereo, l’asse di simmetria, ad es) metà della larghezza dell’oggeto rappresenta la tangente  di metà dell’angolo (alfa/2) occupato nel campo visivo. Dato che le misure del cerchio trigonometrico considerano il raggio come di misura generica 1, per rispettare le proporzioni, distanza:raggio=larghezza/2:tangente(alfa/2).

Quindi la tangente di alfa/2 = larghezza / 2 / distanza.

E alfa = ArcTan (larghezza / 2 / distanza) x 2

Ricavato questo assunto mi sono fatto una tabellina excel [2] con i vari modelli di aereo che calcola l’angolo occupato nel campo visivo dall’aereo quando si trova sulla verticale dell’osservatore  in funzione dell’altezza per farmi un’idea di quanto grande dovesse essere un aereo che vola a bassa quota visto da terra.

Dimensioni apparenti degli oggetti espresse in gradi (dimensione angolare)



Altezza
Aereo
A.A.
Motori
m 1.000
m 1.500
m 2.000
m 3.000
m 4.000
m 10.000
737/100
m 28,3
2
1,6214
1,0809
0,8107
0,5405
0,4054
0,1621
737/800
m 35,7
2
2,0452
1,3636
1,0227
0,6818
0,5114
0,2045
757
m 38,5
2
2,2056
1,4705
1,1029
0,7353
0,5515
0,2206
767
m 47,6
2
2,7268
1,8180
1,3636
0,9091
0,6818
0,2727
777/200
m 60,9
2
3,4882
2,3259
1,7445
1,1631
0,8723
0,3489
777/300ER
m 64,8
2
3,7115
2,4748
1,8562
1,2375
0,9282
0,3713
A320
m 34,1
2
1,9536
1,3025
0,9769
0,6513
0,4884
0,1954
A330
m 60,3
2
3,4539
2,3030
1,7273
1,1516
0,8637
0,3455
MD80
m 32,8
2
1,8791
1,2528
0,9396
0,6264
0,4698
0,1879
747/300
m 59,6
4
3,4138
2,2763
1,7073
1,1382
0,8537
0,3415
747/400
m 64,4
4
3,6886
2,4595
1,8448
1,2299
0,9224
0,3690
747/8I
m 68,5
4
3,9232
2,6161
1,9622
1,3082
0,9812
0,3925
A340
m 60,3
4
3,4539
2,3030
1,7273
1,1516
0,8637
0,3455
KC-135
m 39,8
4
2,2801
1,5202
1,1401
0,7601
0,5701
0,2280
A380
m 79,8
4
4,5698
3,0474
2,2858
1,5240
1,1430
0,4572


Ora dobbiamo avere qualcosa con cui confrontare queste dimensioni. Io ne ho scelte due
La dimensione angolare della luna piena (che comunque si può calcolare con la stessa formula di cui sopra) è di “circa mezzo grado” [3] mentre quella di un pollice a braccio teso varia tra poco più di 1 grado e 2,5 [3][4] (il mio l’ho calcolato ed è 2,2)

Il primo tipo di osservazione è appunto guardare con i soli occhi la luna e rendersi conto di come ci sembra come dimensioni. Dopodiché mettiamo il pollice subito sopra la Luna (che ne spunti una parte) e quindi prendiamo riferimenti ottici per capire le proporzioni della luna rispetto al nostro campo visivo ed ottenere anche un’idea del nostro pollice.

Detto questo, confrontando i dati della tabella sopra, i numeri in neretto sono le dimensioni angolari maggiori di quelle della Luna. Un aereo che vola entro i 4000 generalmente ha dimensioni apparenti perfettamente confrontabili con quelle della luna, di solito almeno simili ed in molti casi maggiori.

Se poi si tratta di un quadrimotore, soprattutto se civile, queste dimensioni sono di gran lunga più ampie.

Conclusioni finali

a) Riconsiderate quanto ci sembra grande la Luna normalmente e quanto riteniamo di vederla bene normalmente, e proiettiamo mentalmente come dev’essere vedere un aereo di certe dimensioni.

b) Quando vediamo un aereo con scia, facciamo il tentativo del pollice, una volta avuta un’idea precisa di quant’è rispetto alla Luna



 [1] Una nota interessante è il genere di indovinello “Ci sono un fiasco, un albergo ed un uomo che dice ‘sono rovinato!’ cercate di spiegare la situazione”. Chi tenta di indovinare comincia a fare domande, e a ottenendo risposte inizia a demolire i proprio preconcetti, scoprendo che l’albergo è in legno, alto 1 cm, pieno e senza finestre, il fiasco è anch’esso di legno, non cavo, e pieno, alto poco più di 1 cm e alle fine si scopre che l’uomo sta giocando a Monopoli!

[2] Dato che le funzioni di excel usano i radianti invece dei gradi, l’arcotangente restituisce radianti, ho convertito gli angoli ottenuti moltipicando per 180/3.141592 (in genere è l’approssimazion di pigreco che uso normalmente nei software in cui voglio ottenere ordini di grandezza e non calcoli precisi alla decima cifra dopo la virgola.

[3] http://www.nostromics.com/uploads/3/3/9/1/3391818/binocolo.pdf


[4] http://www.pd.astro.it/meteoriti/cap8.htm